La Roulotte

Racconti & fantasie  

Alla fine dell'Estate:

La roulotte ha sempre simboleggiato la mia anima vagabonda ed insofferente ai vincoli e alle restrizioni.

Nelle avventure per le strade del mondo con quel guscio fatto a casa, mi sentivo veramente libero, non costretto a rientri o ad altri assilli del caso, trattavo il “guscio” come se fossi una lumaca e gli parlavo come ad un confidente.

Finito il suo compito estivo, la roulotte veniva parcheggiata per l’inverno in uno spiazzo sistemato su di un lieve declivio, di fianco alla nostra casa di collina.

Posta in quel luogo come in castigo, puntava la prua verso l'ampia vallata sottostante, decisa a non accettare la sua ibernazione invernale.

Intristita dalle nebbie ottobrine, senza la forza di ribellarsi, giaceva sconsolata additandomi a principale colpevole delle sue pene.

Preso da rimorso cercai di consolarla, la accarezzai e le parlai come ad un'amica, entrai per spiegarle che non mi stavo sbarazzando di lei, ma la lasciavo per un temporaneo letargo.

rami

Seduto al suo interno, contagiato dalla nostalgia che impregnava l’ambiente, lasciai vagabondare i miei pensieri che si adagiarono in ricordi di dolce malinconia.

Guardando dal finestrino, tra una serie di arbusti, un ramo, come un tòtem, si stagliò in mezzo al pallore della nebbia e colpì la mia fantasia, trascinandola in remote suggestioni:

 

Il ramo mi da' un senso di oppressione e nello stesso tempo mi infonde una sensazione di forza.

 

Si erge come il simbolo di un’antica religione e sembra si stacchi dalla vegetazione circostante sino ad assurgere a cosa viva ......

 

è una figura enigmatica, che con i suoi lunghi tentacoli par cercare di avvolgere e penetrare l’anima.

 

Come in un sogno la fantasia, istigata da quel simbolo misterioso, s’invola e mi trasporta come attore di un evento in cui paure, emozioni, sentimenti e ricordi si amalgamano senza logica, dominati solamente da un Io interiore indecifrabile e sconosciuto.

 

Preso da questa suggestione, ho l’impressione che il mio essere, a poco a poco, si sciolga e si rigeneri in due individui.

 

Questa duplice identità non è un semplice sdoppiamento, ma sono due soggetti distinti che convivendo amalgamati in un Io "polimorfo", finalmente riescono a distinguersi e ad avere una propria individualità,  così,  posto in una sorta di “ubiquità”,

vivo  e  mi osservo vivere.

L’ “attore/regista”  governa e dirige gli avvenimenti, lo "spettatore/controllore ” guarda, conosce e giudica.  

 

Questo modo di essere genera nel mio IO "regista”, una sensazione di onnipotenza, ma  espone ad una completa nudità i miei sentimenti ed il mio essere alla mia parte "controllore".

Sono giudice e giudicato, non posso barare ne nascondermi.

 

Attirato e spaventato nello stesso tempo, scivolo nella mia avventura e nell’inconscio:

Davanti ai miei occhi passano avvenimenti vissuti, torti subiti, rivalse e risentimenti, propositi di ritorsione, che il mio Io “regista”, dotato di onnipotenza, si accinge a mettere in atto.

Analizza il mio vissuto, lo rivive e lo rielabora secondo i suoi dettami, modifica il mio comportamento e le mie azioni, valuta pro e contro, rivive la scena, immagina le reazioni dei terzi e prosegue nella pantomima più e più volte, sino a quando il tutto si integra con le sue aspettative.

Vede i presunti nemici colpiti dalla sua collera, riconsidera più volte la vendetta, la affina e la assesta.

Contemporaneamente il mio Io “spettatore/controllore” osserva ed analizza le emozioni provate, ma trova le fantasticherie insulse e senza valore, così l’ “attore” condizionato da tale giudizio, riprende a fantasticare e rimescolare torti e rivalse, sino a quando una immagine flash passa davanti agli occhi dei due personaggi, è la raffigurazione di un paesaggio noto, è un qualcosa che emoziona e fa soffrire, un qualcosa di dimenticato che ritorna.

 

Il cuore, ridiventato immediatamente unico, fa un balzo e spinge con forza,

il respiro accelera.

Subito azzerate vicissitudini e rivincite, il “sogno” rincorre il sogno e si avviluppa in lui.

Antiche emozioni ormai dimenticate, colori e profumi percepiti come nella realtà passata, portano un blocco allo stomaco.

 

Una spiaggia, un riflesso di primavera, il profumo del mare, gli amici di mille avventure, tutto ripassa nella mente, tutto è catalogato e posizionato in modo da ricreare l’ambiente a me familiare, ma un ricordo più vivo degli altri improvvisamente prende il sopravvento:

 

È notte,   una rotonda sul mare,   la dolce musica della risacca,   riccioli biondi che sfiorano il viso. Zoagli - notte - una rotonda sul mare

Il mondo, in un solo istante sembra passare tra le tue braccia.

 

Tutto ti appaga, non puoi, non vuoi chiedere di più. 

 

In quel momento, che ti sembra essere eterno, sei un’altra persona:
-  le tue paure, le tue rivalse svaniscono
-  il tuo essere  è  
-  sei esattamente come ti vorresti.

L’Io “controllore” ti accetta senza un giudizio.

Sembra che tu ti possa sciogliere in tutto ciò che ti circonda.

Il tuo petto, le tue braccia sono recettori di sensazioni, non hai più limiti fisici, sei diventato l’immenso.

 

 Ma un qualcosa di arcano, un incomprensibile masochismo, fa volgere gli avvenimenti in senso contrario ai desideri.

La bella favola si colora di viola ed i sentimenti sprofondano in una atroce depressione, la dolce fata che ti aveva acceso il cuore si scolorisce all’orizzonte, il cielo si rabbuia, i contorni della roulotte divengono sempre più reali ed il sogno svanisce.

 

Ù» öøöøÈ

 

Uscito dalla fantasia ritrovai il calore dell’amica in cui mi ero rifugiato e guardando dal finestrino verso est vidi, ricoperte dalle piante di mais, le vigne preparate per l’inverno, così mi e la consolai dicendole: 

 

vigne “ Vedi tutto si prepara al grande letargo, tutto si dispone al riposo per poter poi rinascere con nuove energie”.

 

Sono questi sbalzi che danno sapore alla vita, un’emozione è tale perché provoca un differenziale di stato, sia in positivo che in negativo, una vita statica per quanto piacevole non la si apprezza se non quando si perde quel benessere”.


Con qualche borbottio e sollevando un poco le tendine, l’amica roulotte si dispose per l'ineluttabile quiete.



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  Autore: Solaxart    e-mail:solaxart@preboggion.it