Il castello viene citato in un documento del 1001 quando il vescovo Sigerico concede ai monaci benedettini del monastero di San Savino di Piacenza la corte chiamata Regiano poi trasformatasi in Rezzanello.
Nel 1212 vi si rifugiarono i Guelfi piacentini, appoggiati da nobili del posto, per opporsi ai Visconti di Milano, i quali, nel corso di 2 battaglie, una delle quali combattuta proprio nei pressi del castello di Rezzanello, sconfissero i Guelfi e li cacciarono dal territorio.
Nel 1357 il monastero concesse il castello ai Boccapiccina.
Nel 1454 i monaci del monastero piacentino di San Savino concessero il castello e relative terre annesse al dottor Bartolomeo Chiapponi, con l'obbligo di provvedere a proprie spese al riattamento delle case poste all'interno e all'esterno del recinto castrense e di effettuare lavori di miglioria al fortilizio stesso.
Nella seconda metà del 1500, con la riorganizzazione dell'Ordine dei Benedettini, i possessi dei San Savino passarono ai monaci Gerolamini e da questi, verso il 1580, al collegio inglese di Roma.
Nel 1796, estintisi i Chiapponi di Rezzanello, il castello venne ceduto dal collegio inglese, a fronte dell'esborso di una rilevante somma, agli Scotti di San Giorgio che, in seguito, intrapresero radicali lavori di riattamento dell'edificio trasformandolo in abitazione signorile.
Agli inizi del ‘900, salvo un breve episodio durante
il quale fu della famiglia Lombardi di Genova, il fortilizio passò per
vendita all'ingegner Giuseppe Manfredi, il quale affidò il restauro globale
dell'edificio al professor Camillo Guidotti che lo eseguì con criteri tardo
romantici, rilevabili in modo particolare nelle cornici della linea del
sottotetto che alterano il disegno originale del complesso.
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