Ducato di Parma e Piacenza
Castello di Guardasone
Ducato di Parma
Val d'Enza
Comune di Guardasone
Documentazione fotografica
Descrizione
Tipologia:
Origini:
- Il castello fu edificato a presidio del guado sul torrente Enza forse già nel X secolo, ma la prima testimonianza della sua esistenza risale al 1165.
- Il complesso apparteneva al ramo Baratti dei conti di Canossa, cugini degli Attoni, dai quali forse deriva il nome della località, la medievale Guardaxonis,
col possibile significato di "Guardia degli Attoni".
- La fortificazione costituiva un importante presidio difensivo del castello di Canossa per il controllo della Val d'Enza.
Struttura:
- Dell'antico possente castello in pietra sopravvive soltanto l'ampio mastio di pianta rettangolare in adiacenza ad esso si articola verso est con un imponente corpo
a L.
- Il mastio si innalza su quattro livelli principali; sul lato ovest si apre un portale ad arco ogivale, originariamente affacciato sulla piazza d'armi, i primi
tre piani sono caratterizzati dalla presenza di ampie bifore con colonne centrali, aperte nel il 1903, all'ultimo livello si trovano lungo il perimetro alcune monofore
con coronamento ad arco a tutto sesto.
- Intorno al castello si elevano lungo il pendio i ruderi delle mura medievali prive di coronamento.
Conservazione:
-
Restaurato per volere di Alberto Rondani, pur con modifica di alcune strutture, il catello si trova in buone condizioni.
Storia:
- Il castello fu edificato a presidio del guado sul torrente Enza forse già nel X secolo, ma la prima testimonianza della sua esistenza risale al 1165.
- La struttura apparteneva al ramo Baratti dei conti di Canossa, cugini degli Attoni, dai quali forse deriva il nome della località, la medievale Guardaxonis,
col possibile significato di "Guardia degli Attoni", o forse dal dialettale Guarda zò, ossia "Guarda giù".
- La fortificazione costituiva un importante presidio difensivo del castello di Canossa per il controllo della Val d'Enza.
- Nel 1248 il maniero, soggetto al comune di Parma, fu occupato dall'esercito imperiale di Federico II di Svevia durante la battaglia di Parma; le truppe guelfe
parmigiane, capitanate da Rolando Rossi, inviate dal podestà Filippo Visdomini, lo riconquistarono, mettendo in fuga re Enzo, il figlio di Federico II.
- Nel 1293 il podestà Marco Giustiniani fece distruggere le case dei Baratti per vendicare un'offesa da loro compiuta verso Attolino di Rondinara.
- Nel 1296 il castello dei Baratti fu occupato dai ghibellini fuoriusciti dalla città appoggiati dal marchese di Ferrara Azzo VIII d'Este, ma i guelfi riconquistarono
il maniero.
- Dopo alcuni mesi Azzo VIII d'Este contrattaccò e per vendetta distrusse completamente l'edificio.
- Tra il 1307 e il 1310 Giberto III da Correggio fece rinchiudere nelle carceri del maniero molti suoi nemici, tra i quali alcuni membri delle famiglie Rossi, Baratti
e Aldighieri, poi liberati nel 1312 per volere dell'imperatore Enrico VII di Lussemburgo.
- Nel 1316 Giberto fu cacciato da Parma e si ritirò a Castelnovo; strinse alleanza coi da Palù e riorganizzò il proprio esercito nelle sue terre comprendenti tra le
altre Guardasone, Campegine, Guastalla e Bazzano, fortificò il maniero di Guardasone e si mosse all'attacco della città, ma ne fu respinto.
- Nel 1334 i reggenti di Parma, all'epoca ghibellini, dichiararono guerra ai correggesi e inviarono le truppe, guidate da Marsilio de' Rossi, a distruggere Traversetolo
e depredare Guardasone.
- Nel 1341 Azzo da Correggio, figlio di Giberto, fortificò il castello dotandolo di una doppia cerchia di mura e costruendo sulla sommità del monte la torre di guardia
di Montelugolo, detta "Guardiola".
- Il maniero ospitò per alcuni giorni Francesco Petrarca.
- Nel 1346 la fortificazione fu nuovamente attaccata dal marchese Francesco d'Este.
- Nel 1391 il borgo e il castello furono dati alle fiamme dalle truppe bolognesi e fiorentine, alleate contro il signore di Milano Gian Galeazzo Visconti.
- Il 19 aprile del 1402 nel maniero morì, privo di discendenti, Giberto da Correggio, figlio di Azzo e le sue terre furono incamerate dal duca Gian GaleazzoVisconti,
che, con diploma sigillato il 29 luglio, investì del castello di Guardasone i fratelli Ottobuono de' Terzi, Giacomo e Giovanni, eredi di Niccolò Terzi il Vecchio.
- Nel 1403, durante gli scontri tra i Terzi e i Rossi, questi ultimi depredarono il borgo e il maniero.
- Nel 1408 vari uomini del villaggio e di Borgo San Donnino, alleati di Orlando Pallavicino, congiurarono contro Ottobuono, che per reazione ordinò la cattura di 65
congiurati e li fece decapitare nel cortile della fortezza.
- Nel 1409 Ottobuono de' Terzi, signore di Parma e di Reggio fu ucciso a tradimento in un agguato a Rubiera, per mano di Muzio Attendolo Sforza con la complicità di
Niccolò III d'Este.
- Giacomo, il fratello di Ottobuono, fece rifugiare nella ben munita rocca di Guardasone la vedova, Francesca da Fogliano, e i tre giovanissimi figli, Niccolò Carlo,
Margherita e Caterina.
- Inviò quindi a rinforzare le difese del maniero 300 cavalieri, guidati da Giovanni Malvicino, ma le truppe furono però intercettate a Traversetolo dall'Estense e
sconfitte dopo un'aspra battaglia.
- Gli abitanti di Cazzola, Sivizzano e Rivalta cinsero d'assedio la fortezza di Guardasone, ma il castellano Pietro del Borgo reagì con una sortita sbaragliando le
forze rossiane.
- Nel mese di settembre del 1409 le truppe estensi guidate da Uguccione dei Contrari attaccarono il castello a colpi di bombarda, costringendo i Terzi alla resa e
Uguccione divenne signore di Guardasone e Montelugolo.
- Nell'ottobre del 1410 Giacomo Terzi, mentre stava tentando di andare al soccorso del fratello Giovanni, venne ucciso sotto il suo castello di Fiorenzuola d'Arda dai
Terrazzani passati agli Scotti.
- Nel 1417 Uguccione, temendo un'alleanza tra Orlando Pallavicino e Azzo Baratti, fece arrestare quest'ultimo e lo chiuse nelle prigioni del castello impossessandosi
del maniero di Castione de' Baratti.
- Nel 1421, dopo la cessione di Parma in cambio di Reggio Emilia da parte di Niccolò III d'Este a Filippo Maria Visconti, il maniero di Guardasone, da cui dipendevano
anche Traversetolo e Castione de' Baratti, fu incamerato dal Duca di Milano, che lo affidò al castellano Masino di Facino di Santo Alosio.
- Nel 1431 Filippo Maria Visconti assegnò i feudi di Guardasone e Colorno al suo condottiero Niccolò de' Terzi “il Guerriero”, figlio naturale di Ottobuono, per
ricompensarlo dei suoi servigi.
- Nel 1447 Pier Maria II de' Rossi, spalleggiato dai da Correggio, assaltò e depredò la rocca di Guardasone, prima di proseguire per Brescello.
- L’anno seguente Niccolò, temendo altri attacchi da parte del duca di Ferrara Ercole I d'Este, esortò i figli Ottobuono e Gaspare a fortificare il castello e le altre
strutture difensive delle sue terre.
- Nel 1449 Niccolò de' Terzi, il Guerriero, mal sopportando Francesco Sforza quale signore di Parma nonostante gli avesse appena confermato il possesso di tutti i
feudi, si accordò con l’amico Alfonso V d'Aragona, re di Napoli, pretendente al Ducato di Milano in forza del testamento rogato a suo favore da Filippo Maria,
che mise a disposizione i suoi feudi parmigiani a sostegno della Repubblica Ambrosiana, succeduta all'ultimo dei Visconti nel governo dello stato milanese.
- Re Alfonso, che aveva acquartierato le sue milizie in Toscana e in Romagna, poté così disporre di basi militari avanzate contro lo Sforza, come le ben munite rocche di
Colorno e Guardasone, poste a guardia di Parma, dove spedì subito ottocento fanti, mentre Astorre II Manfredi, a Faenza, comandò l'invio di 1500 cavalli e 500 fanti.
- Tuttavia Francesco Sforza, subito informato di questi preparativi ostili, prevenne tempestivamente l'assalto del Manfredi, versandogli un anticipo di qualche migliaio
di ducati in cambio del ritiro delle sue milizie.
- Il condottiero Alessandro Sforza, fratello di Francesco, si spinse sotto Guardasone e, con l'aiuto dei fratelli Giberto VI, Manfredo I e Niccolò II da Correggio,
cinse d'assedio la fortezza, i cui occupanti, tra i quali il poeta Basinio Basini, disperando in nuovi aiuti, raggiunsero un accordo di resa dopo pochi giorni.
- Nel 1466 il duca Galeazzo Maria Sforza assegnò il castello a Giovanni e Vitaliano II Borromeo.
- Nel 1483 il cognato Guido de' Rossi tentò di impadronirsi del maniero con uno stratagemma, ma il castellano non cadde nel tranello e per reazione i Rossi diedero alle
fiamme le abitazioni del borgo.
- Nel 1526 i lanzichenecchi riuscirono a penetrare nel maniero elo razziarono.
- Nel gennaio del 1551, durante la guerra di Parma, il castello, strategico per il vettovagliamento della città, fu conquistato dai Francesi alleati del duca Ottavio
Farnese.
- Ferrante I Gonzaga e Gian Giacomo Medici non intervenendo immediatamente diedero la possibilità agli occupanti di rinforzarlo, non riuscendo più a riprenderlo.
- Nel 1558, il duca di Ferrara Ercole II d'Este, dopo aver conquistato i castelli di San Polo, Canossa e Rossena, assaltò inaspettatamente il possente maniero, mal
presidiato, e ne entrò facilmente in possesso; conquistò in breve tempo anche la vicina Guardiola.
- Ottavio Farnese reagì attaccando a colpi di bombarda dapprima la torre di Montelugolo, distruggendola quasi completamente; spostò poi il tiro sul castello, in cui
si era rifugiato tutto il presidio ferrarese ma, durante i cannoneggiamenti che rasero al suolo l'intera struttura ad eccezione del solo mastio, nella notte gli occupanti
fuggirono di soppiatto.
- Nel 1652 il conte Renato II Borromeo sposò Giulia Arese, figlia del conte Bartolomeo III, ed aggiunse al proprio anche il cognome della moglie, che portò in dote metà
del patrimonio del padre, dando origine ai Borromeo Arese.
- Agli inizi del XIX secolo il castello, di cui rimanevano soltanto parte delle mura e della torre del mastio, fu acquistato dalla famiglia Medici e alcuni decenni dopo
il maniero fu alienato all'entomologo Camillo Rondani, che vi realizzò il proprio studio.
- Nel 1903, per volere di Alberto Rondani, fu restaurato il mastio modificandone le finestre e la copertura; pochi anni dopo fu inoltre edificata in adiacenza alla torre
una grande ala sviluppata su una pianta a L.
- Il maniero appartiene ancora alla famiglia Rondani.
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