Urbino - Palazzo Ducale

Regione Marche

Provincia di Pesaro Urbino

Comune di Urbino

Documentazione fotografica

Descrizione

Tipologia:

• Palazzo - Città

Origini:

• Le origini del palazzo risalgono a quando il conte Antonio da Montefeltro, nonno di Federico, decise di stabilirsi di fronte al Duomo.
• Il nucleo più antico del palazzo, denominato Palazzetto della Jole, fu edificato per volontà del conte Guidantonio, padre di Federico.
• Federico da Montefeltro fu la molla che rivoluzionò la concezione di palazzo.  La costruzione di "Palazzo Ducale" e, di pari passo, la sistemazione urbanistica della città, furono il progetto più ambizioso del signore di Urbino, generando la "Città del principe".
• Prima degli interventi di Federico la residenza ducale era un semplice palazzo sul colle meridionale, al quale si aggiungeva un vicino castellare sull'orlo di un dirupo.

Struttura:

• "Una città in forma di palazzo”, una costruzione di straordinaria raffinatezza decorativa, di eccezionale bellezza e di grandissima comodità:
  "un palazzo in forma di città" in grado di accogliere centinaia di persone.
• Un complesso architettonico asimmetrico impostato sulle irregolarità del terreno e difficilmente imbrigliabile in un commento.

Conservazione:

• Nel 1912, dopo anni di degrado, viene istituita all’interno del Palazzo Ducale la Galleria Nazionale delle Marche con il compito di riqualificare tutto il complesso architettonico, oggi tornato ai fasti a lui consoni.
• Visitare il Palazzo Ducale di Urbino significa immergersi nella storia, nell’arte,  nella meraviglia.

Storia:

• Le origini del palazzo risalgono a quando il conte Antonio da Montefeltro, nonno di Federico, decise di stabilirsi di fronte al Duomo; fu suo figlio Guidantonio a far approntare un palazzetto su piazza Rinascimento (futuro appartamento della Jole).
• La residenza ducale era un semplice palazzo sul colle meridionale, al quale si aggiungeva un vicino castellare sull'orlo di un dirupo.
• Nel 1444 Federico da Montefeltro prese il potere e, dopo un decennio circa di assestamento finanziario, nel 1454 fece congiungere i due edifici ducali antichi, chiamando architetti fiorentini (capeggiati da Maso di Bartolomeo, di formazione brunelleschiana) che edificassero un nuovo e più sontuoso palazzo.
• Il risultato, nel corso di dieci anni, fu il palazzetto della Jole, a tre piani, in stile austero, semplice e tipicamente toscano, a cui si aggiunse l'appartamento dei Melaranci e un abbozzo di cortile.
• L'interno venne decorato con alcuni sobri accenti antichizzanti negli arredi, nei fregi e nei camini, incentrati sulla celebrazione di Ercole e delle virtù belliche.
• Nel 1462, con l'acquisizione di Fano e Senigallia (1463), dopo aver sconfitto Sigismondo Malatesta nella battaglia di Cesano e diventato capitano generale e arbiter della lega italiana, le entrate di Federico aumentarono in modo notevole.
• Date le nuove disponibilità finanziarie, il progetto del palazzo venne rivisto con l'intenzione di creare un complesso che superasse tutte le residenze principesche d'Italia, dotandolo di residenza ducale, sede amministrativa e luogo ove ospitare personaggi illustri.
• Dal 1464 sino al 1472 i lavori passarono all’architetto dalmata Luciano Laurana, del quale resta una Patente rilasciata dal Duca il 10 giugno 1468 con una dichiarazione d'intenti programmatica (in cui l'architetto è chiamato "ingegnero").
• Fulcro del nuovo assetto fu il vasto cortile porticato, che raccordava gli edifici precedenti.
• Un cortile che ricorda assai un peristilio di casa ellenistica, con un portico con archi a tutto sesto, puntellato da snelle colonne sormontate da capitelli corinzi.
• Alle pareti un’iscrizione che a tradurla oggi suonerebbe più o meno così:
  
  “Federico, Duca d’Urbino, Conte del Montefeltro e di Casteldurante (Urbania), Gonfaloniere di Santa Romana Chiesa e capo della Lega Italica, costruì per intero codesto palazzo a gloria sua e dei posteri, combatté in battaglia, sei volte guidò gli eserciti, otto volte vinse il nemico, vincitore in tutte le guerre, accrebbe il suo dominio. La sua giustizia, la sua clemenza, la sua moralità uguagliarono durante la pace le sue vittorie”.
• Il Laurana si impegnò anche nella difesa del palazzo e della città, utilizzando stratagemmi militari quali le mura molto scarpate in modo che i cannoni non le potessero abbattere.
• Da questo nucleo il palazzo venne successivamente ampliato, sia verso la città che in direzione opposta.
• Il palazzo diventava così il fulcro del tessuto urbano senza operare strappi, sottomettendo con la sua imponenza anche la vicina autorità religiosa.
• Il fronte a strapiombo su Valbona venne invece completato con la cosiddetta "facciata dei Torricini" che, con la sua presenza ben visibile anche da lontano, si impone come simbolo del prestigio ducale.
• Anche il colore del materiale laterizio impiegato rende tipico lo skyline della città.
• Nel 1472 il Laurana partì per Napoli e nella direzione dei lavori subentrò Francesco di Giorgio, che iniziò un nuovo sviluppo e completò ampie porzioni del palazzo, il giardino pensile e forse il secondo piano del cortile.
• Negli spazi interni curati da Francesco di Giorgio, sotto la cui direzione operò lo scultore milanese Ambrogio Barocci, avviene un cambiamento di gusto improntato a una decorazione più sontuosa e più astratta.
• A questo periodo risale la presenza delle sigle "F D" o "FE DUX" (Federico Duca), che in alcuni casi sostituirono con opportune stuccature le precedenti "F C" (Federico Conte).
• Nonostante le differenze strutturali dell'insieme, il di Giorgio riuscì nell'intento quasi miracoloso di coniugare con equilibrio le varie parti in un complesso asimmetrico, impostato sulle irregolarità del terreno e degli edifici preesistenti, dove il rigore delle singole parti bilancia la mancanza di un progetto unitario.
• Nel corso del XVI secolo, con il passaggio del Ducato alla dinastia Della Rovere, il palazzo subì nuovi ampliamenti e modifiche, con l'aggiunta del secondo piano nobile, il cosiddetto "Appartamento roveresco".
• Nel 1631, a partire dal deferimento del ducato alla Santa Sede, il palazzo perse importanza e subì un lento processo di spoliazione e degrado durato per secoli.
• Nel 1912, preso atto dell'importanza del sito, viene istituita all’interno del Palazzo Ducale la Galleria Nazionale delle Marche, con la riqualificazione di tutto il complesso architettonico oggi tornato ai fasti a lui consoni.

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