Rocca di Vignola
Regione Emilia-Romagna
Provincia di Modena
Comune di Vignola
Documentazione fotografica :
Il lato est; da sinistra:
la torre delle Donne, la torre di Nonantola e la Rocchetta
Il lato sud; da sinistra:
il Rivellino, la torre del Pennello e la torre delle Donne
Il lato nord; da sinistra:
la torre Nonantola e la Rocchetta
Particolare della Rocchetta in cui si notano
sulla sinistra gli scassi di una posterla pedonale in posizione sopraelevata.
Planimetria castello
Torre Galvani :
Torre perimetrale della cortina muraria di Vignola, lato nord
Descrizione
Tipologia:
Origini:
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L’attuale rocca sorse sulle sponde del Panaro sulle vestigia di strutture fortificate, costruite successivamente alla fine della dinastia carolingia,
per fronteggiare le invasioni degli Ungari.
Struttura:
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La Rocca, edificata su roccia calcarea a strapiombo sul fiume, si configura come un imponente quadrilatero disposto su cinque piani.
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Edificata sull’asse sud-est – nord-est:
- ad ovest si trova il rivellino d’ingresso anticamente difeso da ponti levatoi, fossato, e saracinesche di cui restano due portoni ed alcune strutture di contenimento
e la torre del Pennello,
- ad est si innalza la torre denominata di Nonantola, la più antica ed imponente,
- a nord la Rocchetta, che per la forma singolare si distacca dalla rimanente struttura architettonica, a sud la torre delle Donne.
- Per quanto concerne le sale e la loro funzione d’uso:
- al piano terreno si trovano quelle riservate alla rappresentanza, cioè adibite ai momenti pubblici ed ufficiali della vita di corte: banchetti, feste, musica, teatro,
- il primo piano “piano nobile” era dedicato agli appartamenti dei signori e dei loro ospiti,
- ai livelli superiori gli alloggi della servitù, delle truppe di stanza alla Rocca ed ai locali di servizio, indispensabili per un edificio di tali dimensioni.
Conservazione:
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Negli ultimi decenni è stato messo in opera un attento e scrupoloso lavoro di restauro che ha consentito il recupero sia architettonico che pittorico della struttura.
Storia:
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Non si conosce con certezza l’anno di fondazione della Rocca di Vignola, probabilmente negli anni successivi alla fine della dinastia carolingia sul posto vennero edificati,
a difesa dei nuclei abitati, torri e recinti fortificati per fronteggiare le invasioni degli Ungari.
La tradizione attribuisce all'Abbazia di Nonantola la costruzione di una prima struttura difensiva chiamata poi torre di Nonantola.
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Nell’826 Vignola è citata in un documento nonantolano.
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Nel 945 il Castello di Vignola viene assediato da Ugo di Provenza, re d’Italia, nel corso della guerra contro Berengario.
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Nel 1109 Matilde di Canossa, contessa di Toscana e sostenitrice del Papato nella lotta per le investiture, risiede a Vignola.
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Nel 1178 si ha il primo documento che attesta l’esistenza della Rocca di Vignola.
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Nel 1227 il vescovo Guglielmo cede al Comune di Modena la potestà su Vignola.
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Nel 1228, dopo un assedio condotto dal conte Alberto da Mangone, il castello di Vignola viene preso Bolognesi, che nel 1229 lo restituiscono al Comune di Modena.
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Nel 1239 un nuovo assedio a Vignola da parte dei guelfi bolognesi fallisce per la resistenza delle truppe modenesi.
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Nel 1247, nell’ambito delle contese tra guelfi bolognesi e ghibellini modenesi, la Rocca di Vignola viene data alle fiamme da re Enzo, figlio dell’imperatore Federico II.
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Successivamente Gherardo Grassoni ricostruisce il fortilizio e vi prende dimora.
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Nel 1331 il Comune di Modena dopo alterne vicende toglie il castello di Vignola ai Grassoni.
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Nel 1336 Obizzo III d’Este signore di Ferrara assume la signoria di Modena, estendendo il suo dominio su Vignola ed i Grassoni vengono esclusi dalla gestione del potere locale.
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Tra il 1362 e il 1370 Vignola viene coinvolta nella lotta tra il Papato e i Visconti per il controllo del territorio bolognese, Bernardino Grassoni e suo fratello Ubertino
tentano di consegnare Vignola a Bernabò Visconti, ma il loro tentativo fallisce.
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Tra il 1396 e il 1399 il Castello e la Rocca vengono strappati agli Estensi dal condottiero Giovanni da Barbiano con l’aiuto di esponenti della famiglia Grassoni, ma tre
anni dopo Vignola tornerà sotto la Signoria di Nicolò III d’Este.
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Nel 1401 Nicolò III d’Este dona in feudo la Rocca e il territorio di Vignola al nobile ferrarese Uguccione Contrari.
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Tra il 1410 e il 1420 viene ultimato l’ampliamento e la trasformazione della Rocca da edificio militare a dimora signorile fortificata.
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Nel 1453 il duca Borso d’Este eleva il feudo vignolese in Contea, conferendo ai fratelli Ambrogio e Nicolò Contrari, figli di Uguccione, il titolo di Conte.
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Nel 1518 Vignola viene occupata dalle milizie pontificie e donata al conte Guido Rangoni.
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Nel 1527 il castello ed il suo feudo sono assegnati a Diana d’Este Contrari.
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Nel 1575 Alfonso II d’Este, duca di Ferrara, eleva Vignola a Marchesato, concedendo a Ercole Contrari il Giovane il titolo di Marchese,
ma pochi mesi dopo, in seguito all’assassino di quest’ultimo, il feudo ritorna sotto il dominio estense.
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Nel 1577 Alfonso II d’Este vende l’investitura feudale del Marchesato di Vignola a Giacomo Boncompagni, figlio legittimo di papa Gregorio XIII.
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Tra il 1691 e il 1745 Vignola e la sua Rocca sono occupati da truppe straniere, che danneggiano il fortilizio.
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Intorno al 1743 iniziano i lavori di restauro della Rocca.
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Nel 1796, con l’arrivo dei Francesi di Napoleone, il governo feudale viene abolito ed i beni, inclusa la Rocca, vengono confiscati.
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Nel 1859 Giuseppe Garibaldi e il vignolese Francesco Selmi (1817-1881) sono a Vignola e guidano l’insurrezione contro il potere austro-estense.
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Durante la prima guerra mondiale e l’immediato dopoguerra la Rocca ospita le truppe e le famiglie senza tetto.
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Nel 1945 nella Rocca vengono reclusi prima i partigiani, poi i gerarchi fascisti.
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Nel 1965 La Cassa di Risparmio di Vignola acquisisce la proprietà della Rocca.
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Nel 1998 La Fondazione di Vignola diventa proprietaria della Rocca e per statuto cura la sua gestione e valorizzazione.
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